Ci sono incontri che…..

Ci sono luoghi di elezione dove sembra che l’energia si concentri in modo particolare. Anche per quanto riguarda il mio lavoro è così. Negli ultimi anni mi  è capitato sovente di seguire designers e artigiani siciliani e chissà se questo è dovuto ad un tratto caratteriale che ci fa incontrare e reciprocamente riconoscere oppure se la storia dell’isola e il suo tessuto sociale fanno sì che l’artigianalità continui a fiorire….questa è materia per sociologi e lascio la risposta ad altri!

La storia che vi voglio raccontare inizia 20 anni fa, in un pomeriggio di dicembre quando a Torino fa già quasi buio alle quattro, la gente cammina di fretta sotto i portici e si desidera solo una cioccolata calda.
In negozio entra una ragazza giovane, 18 anni e un sorriso aperto e luminoso. Ha una parlata dolce , si chiama Irene Ferrara, viene da Palermo; crea gioielli intrecciando a crochet fili e cristalli..può farmeli vedere? Il suo approccio è disarmante, le collane belle e penso che tanto coraggio vada premiato: le compro per proporle in vendita a Natale. Non fu un vero successo, ma quella ragazzina mi era rimasta impressa. Fine della prima parte.

Per qualche anno ne perdo le tracce (scoprirò in seguito che intanto frequentava l’Accademia di Belle Arti di Palermo, nella sezione Moda).
Nel 2010 la ritrovo ad una Fiera a Milano: qualche gioiello, ma soprattutto borse. Interessanti, però mi sembra che non ci sia ancora un discorso ben definito. Per diversi anni continuiamo ad incontrarci alle Fiere: io scorro la lista degli espositori e vado a vedere cos’ha prodotto; la tengo d’occhio, la incalzo, la vedo crescere (questa frase potrebbe essere materia per psicologi, invece, poiché anche mia figlia si chiama Irene…).  Finalmente nel 2016 il lavoro che Irene Ferrara presenta mi convince completamente:
ha creato un marchio “SPAZIO IF”, ha concepito un progetto complesso e strutturato; c’è un forte tratto concettuale nelle sue borse e i pellami sono belli e soprattutto davanti a me c’è una giovane donna piena di energia e di volontà: capisco che siamo pronte a lavorare assieme.

Dal 2016 ad oggi abbiamo proposte 4 sue collezioni ed in questi giorni sono arrivate le ultime creazioni: sono borse leggere perché sfoderate, dove il disegno e l’alta qualità delle pelli usate sono fondamentali per la resa.  Ma vi trascrivo alcune note di suo pugno che spiegano meglio come nascono questi oggetti.

Irene F.
Nel 2016 la moda era meno street di oggi e il concetto di zaino era più il classico sportivo in tessuto tecnico senza alcuna ricerca di forma. Io desideravo creare uno zaino con un look adatto al mio, che potessi indossare tutto il giorno fino alla sera piegandolo a borsa, che si integrasse con l’abbigliamento. Tartaruga è uno zaino che io definisco come un abbraccio, perché avvolge e protegge ed è un compagno di viaggio, chi ha acquistato tartaruga se ne separa difficilmente.
 Dopo tartaruga con questo concetto ne sono nati altri, Manta, Lucciola e l’ultima è Segmenta zaino.
Sarà l’ossessione per l’ingombro, sarà la mia passione per gli origami, o il semplice vezzo di creare una borsa che diventa ordinatamente piatta, per il gusto architettonico di vedere il movimento ogni volta che si richiude su se stessa.
Pagoda nasce così: una forma in movimento che magicamente diventa tridimensionale, come una pop-up-bag. Perfetta per riporla in valigia e per armadi non troppo capienti.
Pagoda è la prima di tre linee che si accompagnano Pagoda, Segmenta e Origami. La loro ispirazione comune sono le pieghe, funzionali a creare la forma con una vestibilità completamente diversa. Pagoda è formata da soffietti che si piegano su se stessi, le tracolle sottili sono minimali e funzionali al movimento della borsa. Segmenta accompagna il corpo con una geometria a volte asimmetrica e forme più ampie che dialogano con l’abbigliamento. Origami è una collezione più lineare, ispirata all’origami base, il fondo quadrato è molto pratico e le tasche esterne a scomparsa molto apprezzate.


Interessante, no? E altrettanto importante è il mondo che è andata creando attorno a sé: condivide il progetto con la sorella Carla, che si occupa principalmente dei clienti stranieri e con il marito che “ ha portato SPAZIOiF a vivere i luoghi contemporanei del web e della comunicazione di tutto quello che c’è dietro i miei progetti”.
A Palermo ha un laboratorio che è anche bottega dove realizza i campioni assieme a Maurizio, il suo “artigiano capo”; le borse sono tutte realizzate a mano nelle botteghe siciliane perché  “è una scelta più onerosa, ma che sostiene il territorio dove vivo e penso che sia un percorso doveroso per le imprese, oggi ancora di più.”

Chiudo con questa bella presentazione di sè che mi ha mandato Irene e che sento molto corrispondente anche al mio modo di approcciare il mondo della Moda:
La moda non è mai stata la mia passione, ma le cose belle si, la bellezza che comincia da un pensiero e si trasforma in un oggetto per esprimerlo mi emoziona ed è quello che provo a fare con le mie borse”.

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